In Italia la ricerca fa schifo, si sa, da anni è questa la situazione e nulla si fa per cambiarla. Anzi sembra che lo stato abbia intrapreso la strada opposta : quella di ostacolarla a tutti i costi. E questo mi fa davvero incacchiare, scusate la parola. In Italia i giovani laureati che amerebbero continuare a fare ricerca in universitá non possono, non possono perchè ció significherebbe far la fame per anni, come precario, senza avere poi la certezza di poterci rimanere in universitá, con posto fisso. I professori sono i primi a sconsigliare ai neolaureati di rimanere in universitá, « Non c’è posto, mi spiace . Ti conviene provare a fare il dottorato all’estero, ti pagano meglio e puoi fare la vera ricerca ». É cosí che ti rispondono se glielo chiedi. E sempre piú giovani, una volta conclusi gli studi, vanno all’estero a fare ricerca, quella vera, e tanti saluti all’Italia. Bella roba. Anche il Consiglio nazionale delle ricerche, forse il nome che ha dato più lustro alla ricerca italiana, ora è in crisi.
L’effetto della riforma Moratti, diligentemente applicata dal discusso presidente del Cnr Fabio Pistella, è stato quello di gonfiare la burocrazia a dismisura. Se prima gli istituti si cercavano i fondi privati da soli e in autonomia, oggi fanno lo stesso ma devono rispondere a una catena gerarchica spaventosa. Grazie a questo sistema, tutto ruota intorno alla presidenza e se la Finanziaria 2007 ha imposto un taglio dei fondi del 5%, la presidenza Pistella ha interpretato la sforbiciata con criteri quanto meno originali. Mentre alcuni istituti si son visti ridurre il finanziamento ordinario di oltre l’80%, le cifre stanziate per consorzi, convenzioni e relazioni esterne sono cresciute del 60%. Questo non ha fatto altro che peggiorare una situazione giá alquanto critica.
Ecco qui alcuni dati (raccapriccianti!!) tratti dall’ultima relazione della Corte dei Conti :
- nel 2005 il 94,9% del fondo del ministero se n’è andato per pagare gli stipendi.
- nel 2005 il valore di macchine e strumenti scientifici erano in netto calo: -35,48%.
- tra il 2003 e il 2005 il personale è diminuito del 10% (-753 unità), eppure i costi sono cresciuti del 5% (+22 milioni di euro). Colpa delle buonuscite e degli scatti automatici. Ogni persona che si ritira dal lavoro per andare in prepensionamento costa quell’anno all’ente come tre persone del suo stesso livello. E gli scatti economici, tra il 2002 e il 2005, hanno incrementato di un quarto i costi per il personale. Questo è il risultato dell’aver incentivato la politica al prepensionamento.
E ancora un altra beffa…Per anni c’è stato il blocco delle assunzioni. Poi ci si accorge che l’età media avanza e allora si appronta una sanatoria. L’ultima, al Cnr, è partita il 9 giugno 2004 per 475 posti. Doveva servire per far progredire i cosiddetti «anomali permanenti», ricercatori che per più di 12 anni erano rimasti al palo. Alla fine, come spesso succede, è stato aperto a tutti. Il 53,7% della comunità scientifica del Cnr ha subito una sonora bocciatura (tra cui anche l’intero gruppo di ricerca del Nobel Rita Levi Montalcini).
Colpa dei criteri. Per ottenere i punteggi di anzianità era necessario superare quello per titoli, ma calcolando il tempo dedicato alle commissioni alla verifica di pubblicazioni scientifiche, brevetti, rapporti tecnici e incarichi, si scopre che ogni commissione ha dedicato a ciascuno una decina di secondi. E dire che si tratta di studi spesso innovativi in campo internazionale. La domanda dunque è: quali criteri sono stati utilizzati? Alquanto difficile dare una risposta: c’è la commissione che, per par condicio, assegna a ogni lavoro lo stesso punteggio; c’è il candidato che si vede valutata persino la dicitura «elenco pubblicazioni»; c’è quello che salta due livelli perché risulta vincitore ed è appena entrato di ruolo in quello inferiore; c’è la prima autrice di una ricerca che ottiene 2 punti per il suo lavoro e la coautrice che, per la stessa ricerca, ne ottiene 3,8.
Ma che ci lamentiamo, tanto noi cosa ce ne facciamo della ricerca ?
L’effetto della riforma Moratti, diligentemente applicata dal discusso presidente del Cnr Fabio Pistella, è stato quello di gonfiare la burocrazia a dismisura. Se prima gli istituti si cercavano i fondi privati da soli e in autonomia, oggi fanno lo stesso ma devono rispondere a una catena gerarchica spaventosa. Grazie a questo sistema, tutto ruota intorno alla presidenza e se la Finanziaria 2007 ha imposto un taglio dei fondi del 5%, la presidenza Pistella ha interpretato la sforbiciata con criteri quanto meno originali. Mentre alcuni istituti si son visti ridurre il finanziamento ordinario di oltre l’80%, le cifre stanziate per consorzi, convenzioni e relazioni esterne sono cresciute del 60%. Questo non ha fatto altro che peggiorare una situazione giá alquanto critica.
Ecco qui alcuni dati (raccapriccianti!!) tratti dall’ultima relazione della Corte dei Conti :
- nel 2005 il 94,9% del fondo del ministero se n’è andato per pagare gli stipendi.
- nel 2005 il valore di macchine e strumenti scientifici erano in netto calo: -35,48%.
- tra il 2003 e il 2005 il personale è diminuito del 10% (-753 unità), eppure i costi sono cresciuti del 5% (+22 milioni di euro). Colpa delle buonuscite e degli scatti automatici. Ogni persona che si ritira dal lavoro per andare in prepensionamento costa quell’anno all’ente come tre persone del suo stesso livello. E gli scatti economici, tra il 2002 e il 2005, hanno incrementato di un quarto i costi per il personale. Questo è il risultato dell’aver incentivato la politica al prepensionamento.
E ancora un altra beffa…Per anni c’è stato il blocco delle assunzioni. Poi ci si accorge che l’età media avanza e allora si appronta una sanatoria. L’ultima, al Cnr, è partita il 9 giugno 2004 per 475 posti. Doveva servire per far progredire i cosiddetti «anomali permanenti», ricercatori che per più di 12 anni erano rimasti al palo. Alla fine, come spesso succede, è stato aperto a tutti. Il 53,7% della comunità scientifica del Cnr ha subito una sonora bocciatura (tra cui anche l’intero gruppo di ricerca del Nobel Rita Levi Montalcini).
Colpa dei criteri. Per ottenere i punteggi di anzianità era necessario superare quello per titoli, ma calcolando il tempo dedicato alle commissioni alla verifica di pubblicazioni scientifiche, brevetti, rapporti tecnici e incarichi, si scopre che ogni commissione ha dedicato a ciascuno una decina di secondi. E dire che si tratta di studi spesso innovativi in campo internazionale. La domanda dunque è: quali criteri sono stati utilizzati? Alquanto difficile dare una risposta: c’è la commissione che, per par condicio, assegna a ogni lavoro lo stesso punteggio; c’è il candidato che si vede valutata persino la dicitura «elenco pubblicazioni»; c’è quello che salta due livelli perché risulta vincitore ed è appena entrato di ruolo in quello inferiore; c’è la prima autrice di una ricerca che ottiene 2 punti per il suo lavoro e la coautrice che, per la stessa ricerca, ne ottiene 3,8.
Ma che ci lamentiamo, tanto noi cosa ce ne facciamo della ricerca ?
Conosco bene questa situazione, mio fratello oramai sono parecchi anni che fa il ricercatore in una università, ed è ancora precario!
RispondiEliminaè una vergogna la situazione della ricerca italiana... Io bazzico spesso al CNR qui da me, e le cose sono messe veramente male...
RispondiEliminaAh... Com'è il libro che stai leggendo, della Allende?
RispondiEliminaI dati fanno paura ...e la situazione per la ricerca è veramente disastrosa, sembra che a nessuno importi ...
RispondiEliminaAh la Allende ...mi piace molto !
Un bacione e scusa il mio poco tempo, in questo mese sarò oberata !
Quello che vale per il CNR vale anche per gli altri enti di ricerca.
RispondiEliminaUno dei nostri problemi (tra l'altro tipico italiano) è che la politica decide responsabili, capi, linee di ricerca, senza porsi minimamente il problema di cosa serva veramente, cosa sia il merito ecc.
Se l'Idrogeno è la svolta o una pansana non lo decido io, che ci lavoro da dieci anni, ma uno che conosce la storia della filosofia. Magari persona rispettabilissima, ma come io non posso capire gli intimi significati di certe affermazioni lui non può capire l'equilibrio mondiale che comporta l'idrogeno. Questo nel caso buono, di solito lo decide uno con la terza media, che ha come solo interesse un pò di pubblicità o uno scambio di favori.
Se anche la ricerca fosse finanziata (lo dico contro il mio interesse) dieci volte più di oggi, questo non farebbe cambiare nulla, è il sistema che va finanziato si, ma anche corretto in vari punti. E su questi punti nessuno interviene, perchè chi comanda comanda propri a causa di essi..
Ci sarà un motivo per cui molti di noi preferiscono lavorare in progetti Europei, magari facendo i parenti poveri, piuttosto che solo italiani magari facendo i parenti ricchi?
Ciao
Manlio
@ duhangst: giá, ultimamente in Italia va molto di moda essere precari, non lo sono solo i ricercatori purtroppo...
RispondiElimina@ nestar: il libro non è male, è una sorta di favola i cui protagonisti sono due bambini. Non amo molto leggere libri di questo genere, se devo essere sincera, ma devo dire che questo mi piace! Il problema è che ultimamente per mancanza di tempo l'ho messo un po' da parte e, a malincuore, non sono piú andata avanti nella lettura...A presto!
@ passaggi segreti: a me la Allende piace molto, ho letto diversi suoi libri ma quello che preferisco è Paula!
Anch'io in questo periodo ho pochissimo tempo libero e per questo i miei hobby preferiti, tra cui la lettura, sono un po' trascurati. Un bacione anche a te!
@ Manlio: vero, una possibilità per avere denaro da destinare alla ricerca è quella di organizzare progetti con partner stranieri (come i progetti Interreg) in modo da ottenere finanziamenti europei, è triste a dirsi ma attualmente è l'unico modo per non far morire la ricerca in Italia...
Concordo pienamente con Manlio, anche io ho avuto esperienza diretta dei finanziamenti "a pioggia" anzichè ragionati e controllati
RispondiEliminaPausa lavoro, e passo da te..bacione, buona giorata !
RispondiEliminaLaura, ci tengo a dirti che nello slide show che ho fatto sul mio blog, la tua immagine, sotto mentite spoglie c'era. Mi dispiace che poi, nella fretta di editarlo, e successivamente di metterlo su YouTube, ci è sfuggita da sotto il naso.
RispondiEliminaPer questo, ti invierò la foto per posta, anche a dimostrazione che fra i miei amici blogger, ci sei anche tu.
Un bacione.
@ paolo: giá, lo sapevo, stavo aspettando un tuo commento infatti... un bacio!
RispondiElimina@ passaggi segreti: ciao!! Ti auguro una piacevole serata e una buona notte.. ^___^
@ miss dickinson: ciao Miss!! Che ridere la foto che mi hai mandato! Troppo tenera! Ti ringrazio per avermi invitato alla tua festicciola virtuale e ancora tanti auguri! Un bacione...
Non posso far altro che ribadire quanto già detto da tutti: è veramente uno scempio. Spero davvero per tutti i ricercatori e per l'Italia tutta che le cose cambino in fretta.
RispondiEliminaSalut!
Ciao julye! Ti faccio un mega in bocca al lupo!! (Tu sai per cosa...) ;)
RispondiEliminaCrepi il lupo!
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