martedì 13 novembre 2007

Scusate ma devo dirlo...

Ultimamente le pagine di cronaca sono state piene zeppe di violenza, feroce e gratuita. In ultimo i fatti di domenica scorsa dove anche (ma forse dovrei dire soprattutto) una giornata di sport calcistico si è manifestata in un’occasione per manifestare con la violenza il proprio rancore e odio. Non voglio aggiungere nient’altro a questa vicenda di cui è già stato detto moltissimo da giornali e televisione. Vorrei solamente manifestare su queste pagine il mio disgusto, il disgusto per una società che non sa più cosa significa dialogo e convivenza pacifica. Per una società repressa e frustrata che ha bisogno di sfogarsi, capace di esplodere da un momento all’altro, che non conosce più il rispetto né il valore di una vita umana. E’ una società che è già stressata al mattino quando si mette in coda per andare al lavoro suonando all’impazzata il clacson e imprecando contro il mondo intero. E’una società che non si può fidare del prossimo, che non si sente sicura, che è pessimista. Ultimamente mi è capitato leggendo le pagine di cronaca di provare sempre più un senso di vergogna per il nostro paese. Lo so, è brutto da dirsi. E non nego affatto che, se non per motivazioni sentimentali, non avrei alcuna difficoltà a trasferirmi all’estero. Mi spiace dire queste parole anche perché penso ai tanti italiani che ho conosciuto quando ero in Svizzera, per esempio, perfettamente integrati, certo, ma sempre fieri di dimostrare e conservare le proprie origini. Penso a mio nonno che mi raccontava spesso della guerra, dei suoi amici partigiani. Non posso farci niente, purtroppo questo è ciò che penso. Mi piacerebbe essere più nazionalista, fiera dell’Italia e fiduciosa ma troppi fatti accaduti recentemente, la politica da tempo e il comportamento di alcuni italiani hanno fatto maturare in me questa idea: io non mi sento parte integrante di questa nazione.

13 commenti:

  1. ogni tanto mi chiedo in che mondo viviamo...

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  2. Non so se sei in buona compagnia, ma anche io ho fatto il tuo stesso ragionamento e sono arrivato alla tua stessa conclusione, non mi piace ma è così.

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  3. In questi momenti sono felice di essere lontano. :)

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  4. Concordo al 101% con te, Laura. Se l'andazzo è questo, credo che anch'io farò più di un pensiero a trasferirmi all'estero... e grazie al cielo il mio corso di laura prevede una simile opprtunità.

    Aggiungo solo che oltre a tutto ciò siamo anche la società che - magari anche giustamente, se ne può parlare - si fa un mazzo tanto per i diritti, ma appena si parla dei corrispettivi doveri mette la testa sotto la sabbia. Perchè è una società che cerca le meno responsabilità possibili, e allo stesso tempo la felicità materiale. Perchè quella interiore evidentemente frega a pochi.

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  5. il mio corso di laura

    Era naturalmente "il mio corso di laurea"... giuro che il lapsus di digitatio non era voluto! :D

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  6. I vostri commenti fino ad ora mi dimostrano che siete più di quanto mi aspettassi a pensarla come me, purtroppo, e questo credo che dovrebbe far riflettere molto la nostra attuale classe politica. Cioè se il giovane medio italiano ammette di essere scontento della situazione attuale e di aver riflettuto sulla possibilità di trasferirsi all'estero, siamo messi davvero male...

    @ markuzzo: non ti preoccupare, avevo capito che era solo un lapsus, può capitare! :-)

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  7. Come ti capisco.Anch'io la penso esattamente come te e la cosa non mi fa affatto piacere. Sono tutti impazziti, veloci, arrabbiati..Non credo, però, che andare all'estero sia la soluzione. ogni posto ha i suoi problemi..Forse se stessimo tutti un po' meglio, con meno problemi di soldi, di malasanità, di lavoro..Mi sembra di essere in quei paesi dove la gente è alla fame e basta una sciocchezza per scatenare la violenza, mentre al palazzo i signori mangiano dormono e vivono alla faccia dei disgraziati..se ci pensi oggi l'Italia è proprio questa.
    Bacioni

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  8. Ciao. Sono un minchione con la voce minchiona fuori dal coro (minchione, neanche a dirlo). La penso esattamente al contrario. Penso che, fino a quando ci sarà gente indignata, ci sarà ancora una bella speranza. Lo so, lo so... "chi visse sperando, morì...". Non vorrei scadere, né cadere nella retorica. Il fatto é che, davanti alle quotidiane storie da prima pagina, c'è un mondo di persone corrette e in gamba. Buoni amici che si tendono una mano nel momento del bisogno. Vicini di casa che danno un'occhiata ai figli altrui, quando i genitori sono impegnati. Figurati, c'è ancora chi aiuta le persone anziane ad attraversare la strada. Udite udite! C'è anche chi, la domenica, va negli ospedali per portare conforto ai malati. In mezzo a tutta questa merda ci sono ancora preti devoti. Ci sono pompieri che salvano vite, medici convinti della loro missione. Magari non hanno neppure la Mercedes. Ci sono volontari che puliscono boschi. Altri invece (con degli attributi che non ci stanno in questo blog) assistono i moribondi, gli tengono la mano mentre lasciano questa palla di terra. Poi piangono. C'è ancora gente (tanta, la maggioranza) che sa piangere, tremare, gioire, sperare. Ci sono persone, a loro modo grandi, che credono davvero si possa ignorare il folle che spara, il ladruncolo che si fa prendere dal panico e combina un casino. Questo senza nulla togliere ai disperati che rubano per mangiare. Meglio loro di quelli che mangiano rubando. Ma non si tratta né di meglio né di peggio. Credo nell'uomo. Credo nel coraggio. A volte un coraggio tardivo, ma pur sempre coraggio. Credo nella nostra capacità individuale di volere amare ed essere sereni. Credo che questa sia sempre superiore alla paura. Credo. Credo ci crediate anche voi. Credo anche che lo scoramento, davanti a tanta brutalità, sia praticamente automatico. Credo. Voi cosa credete di crederne?

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  9. La penso esattamente come te. Essere fieri di quest'Italia è molto difficile e quello che è successo domenica mi conferma solo quanto siamo caduti in basso. La violenza che esplode al primo pretesto, un poliziotto che perde la testa quando dovrebbe avere il sangue freddo necessario per maneggiare un arma, la tv che marcia su fatti come questi, spacciandoli per tragedie sportive.
    Della politica non parlo altrimenti sfiorerei la denuncia, ma di cosa c'è da essere orgogliosi?

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  10. Laura, io sono anni che sostengo che il mondo sta girando al contrario...
    Quanto al nostro Paese, come noi esseri umani dobbiamo saperci guadagnare la fiducia altrui anche il nostro Stato deve sapersi guadagnare la fiducia dei cittadini. E, a parere mio, non si fa certo così... Ciao Scorpio79

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  11. @ digito ergo sum: io sono convinta che in Italia ci sia anche gente onesta e corretta ma credo che la maggior parte sia maleducata e desiderosa di fregare il prossimo. Inoltre provo un vero disgusto nei confronti della nostra classe politica, del sistema giudiziario e di molte altre cose che non sto qui ad elencare tutte poichè si tratta di una lunga lista. A dire il vero sono più gli aspetti che non sopporto rispetto a quelli che mi piacciono.

    PS avere la voce fuori dal coro non significa essere un minchione ;-)

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  12. se non si parte dalla scuola - è tutto vano :) dawoR***

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  13. concordo con te laura, purtroppo la nostra società è in decadenza.

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