domenica 27 settembre 2009

Italia: il paese della rinascita?

All'indomani dell'incontro G20 di Pittsburgh un po' di riflessioni. Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet ha fatto alcune considerazioni interessanti.
Innanzitutto secondo Trichet l'Italia ha bisogno di fiducia. "L'Italia non è l'unico Paese in Europa a debito elevato e il suo sviluppo può essere molto più veloce." Peccato che si sia dimenticato che l'Italia è anche il paese più vecchio in Europa, quello che ha rinunciato da tempo ad investire su innovazione, tecnologia, elettronica. Facendo come suoi settori di forza quelli della moda, turismo e alimentare. Un po' poco insomma per un paese che vuole crescere e svilupparsi.
Trichet continua dicendo che "La riduzione del debito è una questione di decisioni appropriate." Grazie, questo lo sapevamo già. Finché i soldi pubblici continueranno a venire sperperati per pagare stipendi esorbitanti dei parlamentari (tra i più pagati in Europa), riciclati in tangenti o dalla mafia, impiegati in opere pubbliche completamente inutili, utilizzati per pagare pensioni false, il debito non si estinguerà mai. Ma questa è una questione più complessa perché si dovrebbe cambiare una mentalità, una cultura ben radicata che porta essenzialmente la classe politica a non rispecchiare il bene dei cittadini e ad avere come scopo principale l'arricchimento personale e il cittadino italiano MEDIO ad essere diffidente nei confronti della politica e, permettetemi di dirlo, fregone più che mai. E cambiare la cultura di un popolo non è cosa semplice né che si fa in pochi anni.
Trichet continua dicendo "Penso che il potenziale dell'Italia sia considerevole, perché ha delle risorse umane di qualità eccezionale". In realtà gran parte di queste risorse umane non le ha più. Da anni il compito dell'Italia in Europa (molto apprezzato dagli altri paesi) è quello di sfornare laureati bravi e preparati e di mandarli all'estero. Gli altri bravi che decidono di restare nel "bel paese" vanno avanti a contratti a progetto e stage da 800 euro al mese e prima o poi si estingueranno. Quelli meno bravi riescono ad accaparrarsi posti di lavoro nella pubblica amministrazioni o nell'imprenditoria grazie agli amici del papà. Poi c'è ovviamente anche la minoranza costituita da laureati di qualità che fanno carriera in Italia. Ma ormai sono in via di estinzione... Questa ovviamente la mia personale visione dell'Italia. Ogni critica/commento è ben accetta.

6 commenti:

  1. "E cambiare la cultura di un popolo non è cosa semplice né che si fa in pochi anni."

    Per me hai colto il punto di tutto, la nostra mentalità ormai sta diventando controproducennte..

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  2. La nostra mentalità se n'è andata a puttane (assieme al Premier)...

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  3. Io credo fortemente che abbiamo i mezzi per svilupparci, ma prima di sviluppo è necessario azzerare la regressione in atto da diversi anni. Ma anche questo è possibile, ma fino a quando restano in vita certe restrizioni, tutti gli sforzi saranno vani.

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  4. @ Bk: Sì e ci starò ancora per molto tempo! È una scelta che ho fatto con la consapevolezza che ci sarei rimasta per parecchi anni. Per ora nessun rimpianto.

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  5. Bene... l'importante è seguire la propria strada, ovunque essa porti.
    Quando ti va di fare due chiacchiere io ci sono.
    Un abbraccio Bk

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