domenica 1 luglio 2012

Riflessioni dopo un weekend italiano

Questo weekend sono ritornata in Italia, nella mia terra, nel basso Piemonte. Dopo la vittoria dell'Italia contro la Germania, la vittoria di Monti a Bruxelles e la ripresa delle borse, mi aspettavo un clima molto più positivo. Sembra pure che il prezzo della benzina per una volta si sia abbassato durante il weekend, invece di alzarsi. Insomma tutto sembrava presagire un clima più disteso e sereno. Ed invece ho ritrovato il solito malumore, lo sconforto generale. Ho parlato con coetanei che sognano di andarsene un giorno oppure semplicemente hanno accettato una situazione di immobilità, lasciandosi trascinare dagli eventi. Ai loro occhi sono la fortunata, la coraggiosa, che ha saputo dare una svolta alla propria vita in meglio, abbandonando un paese in cui non c'é alcun futuro. Ora, voi penserete che questa sensazione mi dovrebbe fare stare meglio e far felice. In realtà, vi posso assicurare che non é affatto così. La sensazione che provo credo che si possa riassumere in generale con una sola parola: rabbia.
Rabbia per te che mi guardi con ammirazione perché ho avuto il coraggio di lasciare il mio paese d'origine. Se sei arrivato a questo punto, cioè ammirare chi ha fatto qualcosa che tu non hai il coraggio di fare, vuol dire che non credi assolutamente nella nazione in cui in vivi (é questo é un male) e allo stesso stesso tempo non hai il coraggio di reagire (e questo é ancora peggio). Non dico che tutti i giovani devono lasciare l'Italia, vi prego no, non fraintendetemi: dico che se decidi di starci in Italia, devi crederci fino in fondo, devi essere positivo, avere energia e non lasciarti travolgere dall'immobilità. L'Italia ora ha bisogno esattamente di questo.
Rabbia poi per tutto il sistema, che fa sì che i giovani d'oggi già non abbiano più fiducia nella politica e nel cambiamento. E un popolo che non ha fiducia nei propri governanti e quindi decide per scelta di non seguire per nulla la classe politica, optando per il disinteressamento (e ho incontrato parecchia gente che mi ha detto "non mi interessa, tanto a Roma fanno quello che vogliono") é un popolo che é arrivato al capolinea. 
Quindi non venitemi a dire che state in Italia ma non vi interessate dell'Italia e guardate all'estero come al paese dei balocchi: stai in Italia per scelta, perché credi nel cambiamento e vuoi contribuire ad esso. Non c'é cosa peggiore che scegliere il passivismo e il disinteressamento totale, perché é proprio ciò che sta contribuendo al decadimento dell'Italia.

P.S. Dal 5 luglio sarò in vacanza. Appena avrò una connessione internet, vi aggiornerò su twitter, facebook e instagram. Sul blog ritornerò a fine luglio. A presto!

Lago di Neuchâtel, Svizzera

6 commenti:

  1. Concordo su tutto, se si rimane bisogna reagire!

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  2. sono d'accordo con te.... il piangersi addosso sembra esser diventato lo sport nazionale.... e io lo trovo quanto di più infantile possa fare una nazione....
    o dentro o fuori ma in ogni caso bisogna fare una scelta e rimboccarsi le maniche per prendere il meglio della situazione....

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  3. Quello della rabbia è vero, è un sentimento comune a molti in molte realtà. Presa singolarmente può sembrare una zavorra ma il giorno che si troverà il modo per veicolarla in qualcosa di positivo sono sicuro potrebe tornare utile ;-)

    Intanto cerca di non pensarci troppo e goditi almeno un po' le bellezze del nostro Paese che, per fortuna, non mancano!

    Un abbraccio e buona vacanza.

    C.

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  4. D'accordissimo con te. Purtroppo però il clima che si respira è proprio quello che dici tu, sarà dura, ma bisogna reagire per forza!

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