martedì 9 gennaio 2007

L'indifferenza della gente non ha confini

Non voglio credere che l’indifferenza umana arrivi fino a questo punto. Sui giornali si legge che un disabile è stato picchiato su un bus senza che nessun passeggero intervenisse, salvo uno che ha chiesto all’autista di fermarsi e chiamare i carabinieri. Cosa che l’autista ha accuratamente evitato di fare consentendo agli assalitori di fuggire. Il tutto è successo a Roma, bus n°40 affollato, un nordafricano che tenta di scippare una vecchietta. Un ragazzo down lo nota e avvisa la signora, di tutta risposta il borseggiatore lo colpisce con un pugno in faccia, spalleggiato da due suoi amici. Gli elementi per uno scoop giornalistico certo ci sono tutti: l’extracomunitario cattivo, la signora anziana indifesa e il ragazzo buono. Ma non è tanto questo che mi colpisce. Quello che mi sconvolge è l’atteggiamento degli altri passeggeri presenti e dell’autista. Il ragazzo down diventa colpevole perchè ha turbato la tranquillità dei passeggeri, quindi nessuno interviene quando viene picchiato. Paura della reazione dei tre malviventi? O semplicemente desiderio di non essere coinvolti, di lavarsi le mani, di non assumersi alcuna responsabilità? Non so, ad ogni modo la reazione di queste persone mi fa letteralmente rabbrividire e mi spaventa, piú della tentata rapina da parte del borseggiatore.

7 commenti:

  1. Leggevo giusto oggi su altro blog, di un fatto contestualmente diverso, ma con la stessa "dose" di indifferenza. Davvero siamo soli tra la gente ...è incredibile, mi chiedo come sia possibile tutto ciò e dove ci porterà ...
    Grazie ;) sei sempre tanto cara ...
    Buona giornata

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  2. La stampa ha definito il down un eroe, lui non si considera tale. Ha ragione lui, ma la solida capacità della gente ad ignorare gesti come quello compiuto dal ragazzo fanno sì che lo diventi. Non dovrebbe essere così, ma al giorno d'oggi lo slogan è solo uno: "fatti gli affari tuoi e vivrai 200 anni!". Alle volte sarebbe proprio bene disobbedire a questo.

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  3. Io vivo a Roma, anche se di fatto sono molti anni che mi sveglio e vado fuori per lavoro, per cui in parte potrei aver perso il polso della situazione. Sui mezzi pubblici mi sono trovato con le mani di un tizio dentro le tasche (ne è nata una scena comica), un'altra volta le ho tolte ad uno che le stava infilando in quelle di un giapponese ed ancora un'altra un mio amico ha subito il furto di una nuovissima macchina fotografica da parte di un gruppo di dieci ragazzi abbastanza violenti. Questo non deve dare l'idea di una città violenta, perchè vi parlo di un'intervallo temporale di dieci anni su mezzi sovraffollati.
    Ci sono diverse cose da dire su questo episodio, ma soprattutto su cose più gravi, avvenute in passato, penso alla violenza a Termini su una ragazza ed all'uccisione dell'anziano di qualche settimana fa.
    Da una parte gioca il menefreghismo, va detto, nasconderlo è assurdo, ma dall'altra se intervenivi cosa succedeva? Nel caso di borseggio il giorno dopo i ladri sarebbero stati sul posto, ed erano loro ad aspettare te, nel caso di violenza a Termini? Con tutta la polizia in zona quella era terra di nessuno (ora è cambiata), posso testimoniare di almeno una volta in cui a Termini la polizia (a 500/1000 metri) ci ha messo dieci minuti ad arrivare, ed anche in questo caso i tizi sarebbero stati sul posto il giorno dopo. Ho anche sentito, non da voci metropolitane, ma da un avvocato che lo ha conosciuto, di uno che è intervenuto in soccorso di un ragazzo che ha avuto un incidente con il motorino per trovarsi indagato di omicidio colposo, poi per fortuna discolpato da testimoni.
    Se la legge manca (e chi vi parla è di sinistra, tollerante, amico di Rumeni, Ebrei, Palestinesi, quindi tutto ciò che volete ma non giustizialista o razzista), e se passa l'idea del 'Nessuno tocchi Caino', Abele che deve fare?
    Ripeto, questo non vuol dire che ormai, i romani almeno, non siano cambiati e che il menefreghismo non imperi sovrano, ma anche l'altra faccia della verità va vista.
    Saluti
    Manlio

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  4. Per julye: hai ragione, il gesto compiuto da questo ragazzo è assolutamente normale ma purtroppo in una realtá come la nostra rischia di non eserelo affatto...Buona giornata!

    Per Manlio: grazie per averci dato una testimonianza diretta da cittadino romano. Penso che Roma sia pericolosa come tutte le altri grandi città italiane (Torino, Milano,..) ed è vero che spesso fa paura denunciare una situazione, ma è anche vero che l'unione fa la forza per cui se non è solo un cittadino a denunciare la situazione, ma piú insieme(nel caso tutti i passeggeri del bus)allora si puó fare qualcosa.Mi sono trovata in una situazione analoga su un bus a Torino:un ragazzo extracomunitario voleva costringere un'altra ragazza,che lui definiva sua sorella, a scendere dal bus.La ragazza si opponeva dicendo di non conoscerlo. Tutti i passeggeri uniti sono insorti,l'autista si è fermato e i carabinieri sono arrivati. Qualcosa si puó fare,anche se capisco che la paura sia tanta. E' vero, ad ogni modo, che in molti quartieri sia necessario un maggior controllo della polizia e spesso è lei stessa che ha paura ad intervenire.

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  5. Concordo, non volevo giustificare il non fare nulla sia chiaro (tanto è vero che il giapponese l'ho aiutato tranquillamente io), solo vedere i due lati, altrettanto sconfortanti, della medaglia. Tieni presente che non ho nulla neanche con la polizia o i giudici che rilasciano i tipi dopo un'ora: è il sistema in cui si muovono giudici e polizia ad essere assurdo, non loro. Che poi sia assurdo per 'recuperare' Caino non lo credo proprio, lo è per risparmiare soldi o per non toccare gente ben più alta del ladruncolo di strada, ma questo è un'altro tema.
    Saluti
    Manlio

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  6. Sono d'accordo, la situazione è tutt'altro che semplice: probabilmente se il sistema giudiziario cambiasse, allora cambierebbe anche l'atteggiamento delle persone che, forse, avrebbero meno paura a denunciare i fatti. Ma questo, come dici tu, è un altro tema.
    Buona giornata!

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