martedì 6 febbraio 2007

Quello “sport” che chiamano calcio…

Ieri si sono svolti i funerali del poliziotto ucciso allo stadio di Catania lo scorso weekend, in seguito a violenti scontri con i tifosi. A dire la verità non ne sapevo molto di questa storia, fino a quando sono ritornata in Italia e ieri ne ho ampiamente sentito parlare in televisione.
Ciò che mi fatto più riflettere sono state le reazioni della classe politica. Forse mi aspettavo una presa di posizione maggiore da parte del governo, forse mi aspettavo davvero dei fatti finalmente concreti dopo tanti discorsi fatti sulla violenza negli stadi. Invece come al solito tante parole, battute tra un politico e l’altro preoccupati di più a discutere su quanto detto da altri in TV (“fatti inevitabili o no?”) piuttosto che a fare qualcosa di concreto.
Ieri alla trasmissione le Iene hanno intervistato i rappresentanti della curva del Brescia. Ascoltando le loro parole sembra quasi che ci sia una vera e propria guerra in corso con le forze dell’ordine: addirittura i tifosi hanno dichiarato di recarsi cinque ore prima dell’inizio della partita allo stadio semplicemente per far vedere alla polizia che “loro ci sono e quello è il loro territorio”. In queste parole non ci trovo più nessun traccia di quello sport che è il calcio, solo rabbia e odio reciproco. E questo è il clima che si respira prima di ogni partita.
I tifosi sono disposti ad un dialogo con le forze dell’ordine, si dichiarano aperti al confronto. A loro avviso questa repressione messa in atto dal governo ha come unico risultato quello di alimentare ancora di più i dissapori.
Io non vedo tutta questa apertura da parte dei tifosi, ad ogni modo credo che la strada del dialogo potrebbe essere una giusta soluzione.
Sospensione delle partite per un anno o anche più per consentire che ci sia questo incontro tra tifosi, poliziotti e governo, in maniera da decidere che cosa fare. Lo so che sto chiedendo qualcosa di impossibile perché gli interessi economici dietro questo “sport” (se così lo vogliamo ancora chiamare) sono troppi. Questa domenica riprenderanno di sicuro le partite ed è già stato ribadito il no al gioco a porte chiuse. A questo punto mi viene davvero un dubbio: non sono forse i politici e i manager calcistici i primi a non voler la risoluzione di questo problema? Il business conta più di una vita?

7 commenti:

  1. Io di questo calcio non ne posso piu'. In tele, la maggior parte delle trasmissioni sportive sono occupare dai resoconti delle partite, anche se ci sono molti altri sport ugualmente belli che meriterebbero piu' spazio. Poi bisogna spendere delle cifre folli per pagare la sicurezza degli stadi. Ma lo sapete quanto ci costano tutti questi poliziotti ogni domenica per tenere a bada questo branco di animali?!
    Invece no, bisogna andare avanti, dire che è inevitabile per continuare a raccogliere soldi. Spegnete i televisori e mandateli a quel paese...

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  2. Ieri il corriere dello sport titolava con gran risalto "SI GIOCA!", con un finalmente non detto ma intuibile. Poi nel commento qualche chiacchera sulla vittima proprio per non sfigurare. Le trasmissioni di calcio di cui parli raccontano la partita per cinque minuti e ne passano venti/trenta in polemiche, spesso violente (diciamo chiacchere stupide ma violente) quanto fine a se stesse.
    Ammesso (e non concesso perchè era marcio fino al collo) che negli anni cinquanta/settanta il calcio fosse uno sport ha finito di esserlo da allora, è una macchina per far soldi, è il 'pane e circense' di oggi, è una droga per milioni di persone. Quanto il tutto sia ridicolo lo si vede nella lotta per i diritti televisivi, nello spalmare le partite ad ogni giorno ecc.
    C'è una cura? Non ho idea, di certo a differenza di mio cugino che vuol portare la figlia allo stadio 'Per abituarla', io eviterò alla grande.
    Se mai mi qualche bambino/ragazzo mi parlasse di calcio/sport gli spiegherò la differenza che passa tra Totti e Raciti, o tra un 'povero ragazzo' che va capito come Cassano o De Rossi e tutti quelli che per andare a scuola si alzano alle cinque di mattina perchè mancano i collegamenti tra la loro borgata e gli unici due tecnici turistici di Roma.
    Magari per spiegargli cosa sia lo sport gli parlerò del signore con un cuore nuovo che corre la maratona di New York o di quello di settanta anni che si fa 50 km al giorno in bicicletta.
    Saluti
    Manlio

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  3. Il business è business...
    c'è chi con queste cose ci porta a casa il cibo... e chi ci marcia, come sempre!

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  4. Una cosa che tocco con mano ogni volta che gioco a softball: sei squalificato se azzardi qualche parolaccia o imprecazione. Da regolamento non si possono dire male parole, figuriamoci accennare alla violenza fisica. Eppure potrebbe risultare facile con le mazze che si usano e le molte situazioni da contatto che si creano. Ma no, nessuna violenza. E in questo sport essendo d'importazione non circolano tanti soldi. Equazione non difficile.
    L'altra sera in America si è disputata la finalissima del super bowl. In quanto a spettatori numeri da far rabbrividire. Un tifoso intervistato dichiarava che è normale che per una competizione non ci siano scontri tra tifosi, si tratta di sport con tutti i valori che ne conseguono: le botte se le danno solo i giocatori ma perchè lo richiede il gioco stesso. Eppure qui tra sponsor etc soldi ne girano eccome! Sappiamo anche che la criminalità in America non è certo tra le più basse. Equazione non difficile.
    Da riflettere...

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  5. Chissà che giri ci sono anche sotto, forse la politica entra e non poco ...Scusa se sono stata assente per un pò ma sono incasinata in ufficio e la sera crollo. Ma ci sono eh !!
    Un abbraccio !

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  6. @Paolo: anche a me il calcio non piace un granchè e a dir la verità non capisco proprio perchè anch'io devo pagare per rendere più sicure le partite, visto che ci sono degli stupidi che vanno allo stadio solo per fare casino!

    @Manlio: sono d'accordo, il calcio come dici tu ormai è una macchina per far soldi, meglio trasmettere dei valori veri ai propri figli, cioè quelli che si trovano negli sport veri!

    @sly: vero, bussiness è bussiness e lo sport dovrebbe essere e rimanere solo sport!

    @julye: i veri sport e i più belli rimangono quelli in cui circola poco denaro, come appunto il softball. Anche il calcio femminile è ancora uno sport, perchè ha meno risonanza ed è più "povero" di quello maschile...

    @passaggisegreti: non ti preoccupare, ognuno ha i suoi impegni! Anch'io, come avrete notato, adesso ho un po' meno tempo da dedicare al blog..ma sono smepre qui!! Un abbraccio anche a te!

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  7. Vorrei precisare che il calcio mi piace. Come sport. Non sopporto invece ciò che ci sta attorno, da chi va allo stadio solo per fare rissa ai dirigenti senza il minimo pudore. Non è vero che la colpa è dei soldi. La colpa è della cattiva cultura che si è sviluppata attorno al calcio. Penso ad esempio al basket in America, uno degli sport più pagati del mondo, ma con spettatori che si siedono a bordo campo in palazzetti enormi, senza protezioni e con un minimo di sorveglianza. Non succede mai nulla.

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