Sto guardando sconcertata le immagini di questi giorni della marea nera al largo del Golfo del Messico. Stiamo assistendo all'ennesima catastrofe ambientale, forse la più grande mai vista prima. È triste dover assistere impotenti a questa tragedia. L'esplosione e l'affondamento di una piattaforma petrolifera ha in pochi giorni causato questo disastro. Un cataclisma causato dall'inefficenza del sistema di blocco automatico che avrebbe dovuto arrestare il flusso in caso di incidente e che però non ha funzionato.
Il mondo intero, capeggiato da Greenpeace, grida alla tragedia. Migliaia di animali tra pesci, uccelli e mammiferi, rischiano di morire nelle prossime ore. Inoltre c'è il rischio che la marea nera raggiunga, alimentata dal vento e dal brutto tempo delle ultime ore, i delta del Mississippi, costituito da infiniti canneti in cui vivono moltissime specie selvatiche. Se così fosse ripulirlo sarà un’impresa proibitiva e ci vorranno anni, se non decenni, per liberarsi totalmente dalla marea nera.
Insomma, nel Golfo del Messico un'intera catena alimentare è in pericolo di vita, un intero ecosistema è a rischio di completa e definitiva distruzione e, in ultimo, c'è anche l'uomo a rischio: l'economia della popolazione locale è infatti basata prevalentemente sulla pesca.
L'uomo ne ha combinata un'altra delle sue. E questa volta non sarà così facile rimediare il disastro causato, forse sarà proprio impossibile.
Si fanno tanti discorsi a livello mondiale e nazionale sulla tutela dell'ambiente, tutti abbiamo ogni giorno sulla bocca la parola "ambiente". Il problema è che se non iniziamo da oggi a mettere in pratica le tante parole, un giorno ci accorgeremo che sarà troppo tardi. E questa ultima catastrofe lo dimostra.
Sto davvero male a vedere le immagini di tutti quegli animali recuperati morti e ricoperti interamente di olio. E al senso di impotenza si aggiunge quello della rabbia. Perché, se solo lo volessimo, le alternative esistono. Solo che costano in termini economici, di fatica, di energia e impegno. Non sono un'ecologica estremista, ma credo nel concetto di sostenibilità, ambientale ed economica. Insomma, un accordo tra ambiente e sviluppo si può trovare. Ed a questo ora tutti dobbiamo puntare. I nostri politici, ma non solo. La gente comune se la prende spesso e non a torto con le scelte dei politici, dimenticando però che si incomincia anche dai piccoli gesti quotidiani e, dalle lampadine a risparmio energetico ai trasporti pubblici, potrei farne qui una lista lunghissima. Piccoli gesti quotidiani che spesso non vengono proprio presi in considerazione. E allora prima di gridare tanto allo scandalo, facciamoci un esame di coscienza e chiediamoci nel nostro piccolo cosa abbiamo fatto per contribuire in parte a questo disastro.
Il mondo intero, capeggiato da Greenpeace, grida alla tragedia. Migliaia di animali tra pesci, uccelli e mammiferi, rischiano di morire nelle prossime ore. Inoltre c'è il rischio che la marea nera raggiunga, alimentata dal vento e dal brutto tempo delle ultime ore, i delta del Mississippi, costituito da infiniti canneti in cui vivono moltissime specie selvatiche. Se così fosse ripulirlo sarà un’impresa proibitiva e ci vorranno anni, se non decenni, per liberarsi totalmente dalla marea nera.
Insomma, nel Golfo del Messico un'intera catena alimentare è in pericolo di vita, un intero ecosistema è a rischio di completa e definitiva distruzione e, in ultimo, c'è anche l'uomo a rischio: l'economia della popolazione locale è infatti basata prevalentemente sulla pesca.
L'uomo ne ha combinata un'altra delle sue. E questa volta non sarà così facile rimediare il disastro causato, forse sarà proprio impossibile.
Si fanno tanti discorsi a livello mondiale e nazionale sulla tutela dell'ambiente, tutti abbiamo ogni giorno sulla bocca la parola "ambiente". Il problema è che se non iniziamo da oggi a mettere in pratica le tante parole, un giorno ci accorgeremo che sarà troppo tardi. E questa ultima catastrofe lo dimostra.
Sto davvero male a vedere le immagini di tutti quegli animali recuperati morti e ricoperti interamente di olio. E al senso di impotenza si aggiunge quello della rabbia. Perché, se solo lo volessimo, le alternative esistono. Solo che costano in termini economici, di fatica, di energia e impegno. Non sono un'ecologica estremista, ma credo nel concetto di sostenibilità, ambientale ed economica. Insomma, un accordo tra ambiente e sviluppo si può trovare. Ed a questo ora tutti dobbiamo puntare. I nostri politici, ma non solo. La gente comune se la prende spesso e non a torto con le scelte dei politici, dimenticando però che si incomincia anche dai piccoli gesti quotidiani e, dalle lampadine a risparmio energetico ai trasporti pubblici, potrei farne qui una lista lunghissima. Piccoli gesti quotidiani che spesso non vengono proprio presi in considerazione. E allora prima di gridare tanto allo scandalo, facciamoci un esame di coscienza e chiediamoci nel nostro piccolo cosa abbiamo fatto per contribuire in parte a questo disastro.
Hai perfettamente ragione, dobbiamo contribuire anche noi con i nostri piccoli gesti.
RispondiEliminale immagini lassciano senza parole. a volte le distanze fisiche ci danno l'ollusione di essere "al sicuro", solo perchè le cose non avvengono nelle "nostre" terre, nei "nostri" mari etc. ma in realtà siamo tutti coinvolti allo stesso modo e tutti colpevoli. bacio
RispondiEliminaE oggi sono arrivate notizie per nulla confortanti: purtroppo la marea nera si é abbattuta sulle coste della Louisiana.
RispondiEliminaAd essere analitici ed essenziali verrebbe da dire che ogni qualvolta ci si muove, magari non in autonomia, cioe' a piedi o bicicletta, siamo colpevoli di questo disastro!
RispondiEliminaSiamo colpevoli un po' tutti e a volte ce ne dimentichiamo.
RispondiEliminaQualche piccolo gesto in più, magari una comodità in meno e già abbiamo gettato la nostra piccola goccia nel mare. Meglio se non inquinato..
è vero, ognuno può fare il suo...però se non iniziano anche quella gente lì a cambiare, le nostre azioni risultano invane..
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