martedì 26 maggio 2009

Gomorra

Finalmente ho finito di leggere anche io il libro Gomorra. E devo dire che il libro ha un impatto ancora più violento rispetto al film. Ogni parola, ogni frase descrive pesantemente una triste realtà, ti penetra profondamente nella mente lasciandoti un senso di amarezza mista a disgusto. Triste anzi tristissimo il quadro che ne esce fuori. E' un'Italia sconfitta, marcia e irrecuperabile quella descritta da Saviano. E' esattamente quell'Italia che tutti si immaginano all'estero. Tanti gli aspetti che mi hanno disgustata e tra questi, forse per deformazione professionale, c'è quello ambientale. Secondo Saviano, 500 t/giorno di rifiuti da Milano raggiungono il sud per essere illegalmente smaltiti. 14 milioni di tonnellate di rifiuti, praticamente una vera e propria montagna, ogni anno scompaiono misteriosamente. Ora capisco quella gente che al sud manifesta contro l'apertura di nuove discariche, la vedevo in TV in quel periodo in cui si parlava dell'emergenza rifiuti a Napoli (emergenza che è tutt'altro che finita solo che inspiegabilmente nessuno ne parla più). Perche queste finirebbero in brevissimo tempo in mano alla mafia che le trasformerebbe abusvamente in luoghi dove smaltire rifiuti altamente tossici, facendole diventare così vere e proprie macchine della morte. Che tristezza l'immagine che ne esce, fortemente pessimistica: ormai tutto ciò che si poteva distruggere è stato distrutto, ormai la mafia è talmente ben integrata che è difficile da debellare. E' la descrizione di un sud ignorante, che non vede e non sente ed è diventato spazzatura ufficiale di un nord industrioso che contribuisce a sua volta ad arricchire la mafia.
Mi piace l'immagine finale descritta da Saviano che, richiamando il film Papillon, trasmette perfettamente quel senso di angoscia di un giovane che si ribella a questa realtà, che vorrebbe cambiare le cose ma si rende conto allo stempo di essere solamente una goccia in mezzo ad un mare immenso.
Anch'io come Papillon sembravo galleggiare su un sacco colmo di noci di cocco sfruttando le maree per sfuggire dalla Cayena. (...) Avevo voglia di urlare, gridare, volevo staccarmi i polmoni come Papillon con tutta la forza dello stomaco..... con tutta la voce che la gola poteva ancora pompare "Maledetti bastardi, sono ancora vivo!"


2 commenti:

  1. Ho avuto le tue stesse sensazioni quando l'ho letto.

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  2. L'altro giorno ho avuto modo di vedere il film e concordo con te, il libro lascia molti più spunti di riflessione. Le immagini non abbastanza rendono giustizia secondo me al racconto di Saviano.

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