Il "savoir faire" italiano

All'estero pensano che ogni italiano, di qualunque sesso, età, professione sia un ottimo cuoco e soprattutto abbia una certa predilezione o "savoir faire" , come dicono qui, per la preparazione della pasta. Può capitare quindi che un'amica ti inviti a cena e ti chieda di preparare un piatto di lasagne. A quel punto non potrai tirarti indietro, dovrai fingerti una cuoca professionista, abituata a cucinare ogni giorno per palati raffinati e sfornare le migliori lasagne di questa terra. E davanti ai complimenti dei commensali dovrai ringraziare con un sorrisetto beffardo ed abituato alle lusinghe. Certo il percorso per raggiungere il traguardo è tutt'altro che semplice...

Primo ostacolo: gli ingredienti. La parola "lasagne" richiama alla mia mente le lasagne Findus surgelate e grazie a quelle ho una chiara visione in testa degli ingredienti necessari. E a nulla valgono gli sforzi dell'amica straniera per convincermi che nelle lasagne ci vuole la mozzarella (a dire il vero qui metterebbero la mozzarella un po' dappertutto).

Secondo ostacolo: la pasta. La mia amica vorrebbe a tutti i costi che io preparassi con le mie manine italiane la pasta. Perché tanto "in Italia tutti fanno la pasta a mano tutti i giorni." Certo. Riesco a superare anche questo ostacolo mettendola sulla mancanza di tempo. Alla fine compriamo al supermercato dell'ottima pasta per lasagne, Barilla ovviamente.

Terzo ostacolo: la besciamella. E chi si ricorda le dosi per fare una besciamella? Per fortuna la mia amica ha un libro di ricette dove c'è anche la besciamella, che qui si dice bechamel. E la ricetta è scritta ovviamente in francese. Alla fine decido di non fidarmi di questi francofoni e metto le dosi a caso.

Quarto ostacolo: il parmigiano reggiano. Decido che è un ingrediente del tutto trascurabile e opto per il più svizzero Gruyere.

Alla fine? Risultato ottimo, lasagne apprezzate da tutti i presenti (italiani e non) e teglia spazzata via in pochi minuti. Missione compiuta.