sabato 23 febbraio 2013

Il diritto al voto per chi risiede all'estero

Gli italiani residenti all'estero sono iscritto al registro dell'AIRE e, quando ci sono le votazioni, non devono necessariamente rientrare in Italia per votare, ma possono farlo per corrispondenza: si ricevono le schede elettorali per posta, si vota comodamente a casa e poi si spedisce il tutto al consolato italiano più vicino. Ed é quello che ho fatto questa settimana: noi italiani all'estero abbiamo una scadenza anticipata rispetto agli italiani che votano in Italia. 
Devo dire che ero un po' combattuta sul voto. A parte il fatto del non sapere bene "chi" votare, io avevo proprio dei dubbi sul "se" votare. Non fraintendetemi, ho sempre votato, penso che il diritto al voto sia un diritto alla libertà e democrazia, quindi é un diritto che voglio sfruttare appieno. Il mio problema é questo: in quanto residente all'estero da 3 anni, é giusto che io voti per l'Italia, per un paese in cui non vivo più? A dire il vero penso sempre più che ciascuno debba avere il diritto di votare nel paese in cui vive, per partecipare alle scelte che potrebbero direttamente influenzare la propria vita. Quando vivevo in Italia in effetti non mi ero mai posta il problema, ma é frustrante non poter essere coinvolta nelle decisioni del paese in cui vivi. Io non ho ancora diritto a votare in Svizzera, dove vivo. E in Svizzera vale la democrazia diretta, vale a dire che il popolo é chiamato a votare spessissimo tramite referendum, sui temi più disparati. Io seguo i dibattiti prima di ogni referendum, difficile non farlo visto che ne parlano alla radio, televisione e giornali. Ed é brutto non avere il diritto di dire la propria. Penso che questo sia un po' il sentimento provato anche dagli immigrati che vivono in Italia da anni e che non hanno il diritto di votare. Solo ora capisco bene, capisco il sentimento di frustrazione e condivido. È come se ti negassero un tuo diritto e essendo abituati ad averlo da sempre, non ci rendiamo neppure conto dell'importanza di questo diritto. Per questo alla fine ho deciso di votare in Italia, per quel paese in cui non vivo da anni e in cui non ho intenzione di ritornare nei prossimi anni. Ma non nego che il dubbio c'é stato fino all'ultimo. Che diritto ho di scegliere per un paese in cui non vivo? Per un paese in cui la mia scelta politica non avrà un'influenza diretta sulla mia vita? In fondo le tasse le mettono a voi mica a me. 
Inoltre, se é vero che io ho seguito a distanza un po' tutta la campagna pre-elettorare e se é vero che il legame nel mio caso con l'Italia é ancora molto forte, cosa dire di quei emigrati italiani che da trent'anni non ritornano in Italia? O i figli degli emigrati che non parlano neppure italiano, non hanno mai vissuto in Italia ma continuano ad avere il diritto di votare? Loro non hanno seguito affatto la campagna pre-elettorale e dubito fortemente che nutrano un interesse per la situazione politica italiana. Sicuramente sarebbero più interessati a votare per il paese in cui sono nati e vissuti, eppure conosco figli di emigrati italiani che non hanno la cittadinanza svizzera e non possono votare per le votazioni federali, ma votano per l'Italia, per un paese in cui mettono piede per due settimane durante le vacanze estive. Che senso ha? Quando ho posto queste domande a degli italiani emigrati in Svizzera mi hanno detto che loro votano perché pensano e sperano di poter rientrare in Italia un giorno e sono emigrati da pochi anni quindi il legame con il paese di nascita é ancora forte. In questo caso capisco le motivazioni dietro al voto. 
In conclusione, penso che il fatto di associare il diritto di voto alla cittadinanza é una vera cavolata ai nostri giorni dove sempre più gente si sposta e vive all'estero. Penso anche (e qui molti non condivideranno) che il diritto di voto in Italia va sospeso agli italiani che vivono da moltissimi anni all'estero. 
Detto questo, ognuno di noi deve essere consapevole dell'importanza del diritto di voto e dell'importanza quindi di esercitarlo domani. Buon voto a tutti.

sabato 16 febbraio 2013

Le bugie hanno le gambe lunghe e il tacco dieci

Alcune settimane fa avevo vinto i due libri di Taccodieci, grazie al giveaway da lei organizzato. Sono riuscita ad averli tra le mie mani solo una settimana fa quando sono rientrata in Italia ed immediatamente mi sono tuffata nella lettura del primo dei due, "Le bugie hanno le gambe lunghe e il tacco dieci".
Questo libro é uno di quelli che una volta iniziato, difficilmente resterà a lungo sul comodino, perché già dopo le prime pagine la vicenda di Alice ti cattura e non puoi fare a meno di divorare la storia pagina dopo pagina!
Alice é una ragazza con un fidanzato (Luca) bello e ricco, un padre che l'adora ed un lavoro soddisfacente. La sua felicità però un giorno vien interrotta da una notizia improvvisa: licenziamento in tronco. Inizia così la sua vita da disoccupata che in realtà segna soltanto l'inizio di un'escalation di sfortune. In poche pagine la vita di Alice viene completamente stravolta ed il lettore non può fare a meno di leggere con curiosità sempre maggiore gli avvenimenti che si susseguono: ma chi é che ha avvertito Luca del segreto di Alice? E Alice scoprirà la sua amica doppiogiochista? E suo papà troverà la felicità? Ma soprattutto, Luca e Alice ritorneranno a vivere insieme? Queste sono alcune delle domande che vi porteranno a divorare sempre più velocemente le pagine del libro.
La storia é fresca, dinamica, scorrevole: mi ha ricordato molto il genere di Sophie Kinsella. Insomma, é uno di quei libri che non può lasciare indifferenti, soprattutto noi donne. Perché Alice é una ragazza normale, ognuna di noi può riconoscersi in lei e molte delle sue vicissitudini accadono ogni giorno a molte ragazze trentenni. È proprio la normalità di questa storia che cattura la lettrice e che che la porta a divorare ogni pagina per scoprire il prima possibile come andrà a finire. Ed ora, mi chiedo, cosa succederà poi? Non vedo l'ora di incominciare il secondo romanzo "Voglio un matrimonio in Sergio Rossi". Intanto, io dovrò imprestare il libro ad alcune mie amiche che se lo sono già prenotato dopo la mia recensione entusiasta. E non posso far altro che consigliare di leggerlo a tutte voi!

P.S. Come avrete potuto notare ultimamente mi sono assentata dal mio blog e dalla blogsfera in generale. Come avevo scritto qui, continuo ad avere dei dubbi sull'esistenza di questo blog. Non intendo chiudere questo spazio ma non voglio neppure che diventi un peso per me: scrivere sul blog deve continuare ad essere un piacevole passatempo. Per cui penso che nelle settimane a venire continuerò ad essere poco presente qui, ho bisogno di prendere un po' le distanze da queste pagine. Spero che voi comprendiate la mia scelta e continuiate nonostante ciò a seguirmi.

lunedì 7 gennaio 2013

Venezia, quanto sei bella!

A Venezia ero stata molti anni fa, a 18 anni con la scuola, una giornata appena, tappa intermediaria del viaggio in treno verso Praga. Da allora ho sempre avuto il desiderio di ritornarci per visitarla meglio e con più calma. Sono riuscita a realizzare questo sogno la scorsa settimana, grazie ad un biglietto con Freccia Bianca trovato ad un prezzo stracciato e un'offerta in un bed and breakfast vicinissimo alla stazione (specifico: offerta per Venezia, dove tutto é più caro della media italiana...) 
Io e mister P. abbiamo trascorso tre giorni fantastici, camminando per i calli e visitando sestieri lontano dalle masse dei turisti. Venezia é una città bellissima, elegante ed unica nel suo genere. I turisti sono tanti tutto l'anno ma per qualche ragione misteriosa si concentrano tutti negli stessi posti, tra piazza San Marco e Rialto. Appena si esce da questi luoghi turistici si scopre la Venezia più vera e tranquilla caratterizzata da angoli fantastici e nascosti. 

Per due giorni abbiamo camminato per le viuzze di Venezia, alla scoperta di angoli nascosti e tipici, perdendoci più volte e lasciandoci stupire dall'eleganza e bellezza di questa città.



Il terzo giorno abbiamo deciso di fare l'abbonamento ai vaporetti e abbiamo visitato le isole di Murano, Burano e Torcello. A Murano abbiamo visitato il museo del vetro, l'esposizione di Venini (che adoriamo entrambi) e visto la soffiatura del vetro.

Burano invece é famosa per i suoi merletti ma io l'ho adorata per le sue case coloratissime, per la sua tranquillità e la sua pulizia.










Venezia é molto bella ma é anche cara ed é sotto certi punti di vista una vera trappola per turisti. Per questo vi consiglio di informarvi bene prima di partire e soprattutto di organizzare il vostro viaggio con largo anticipo. Per me sono stati molto preziosi i consigli di Alessandra per quanto riguarda il mangiare. Molti sono i ristoranti a Venezia ma pochi con prezzi ragionevoli e cibo di buona qualità! Grazie ad Alessandra ho potuto gustare buonissimi ed economici cicchetti veneziani dal bacaro di Lele e gustare un'ottima cena vegetariana all'osteria La Zucca (dove per fortuna avevamo prenotato prima). L'ultimo giorno siamo andati a cenare al "Diavolo e acqua santa", dove abbiamo gustato dell'ottimo pesce fresco. Tutti questi posti erano frequentati prevalentemente da veneziani ed avevano il menu solo in italiano, garanzia di qualità!

L'ultima sera, ci siamo concessi una romantica crociera a bordo della linea 1 sul Canal grande, da piazza San Marco alla ferrovia. I palazzi che si affacciano sul canale, con le loro luci e eleganza, rendono l'atmosfera quasi surreale e mettono ancora più in risalto la bellezza ed unicità di Venezia. 

venerdì 28 dicembre 2012

Considerazioni di fine anno

Questo blog nasce il 1° dicembre 2006, ben sei anni fa. Da allora ho continuato a scrivere, non sempre con frequenza regolare, in media un post a settimana. Non é sempre stato tutto rose e fiori, spesso mi sono chiesta se valesse la pena continuare, soprattutto quando manca il tempo per scrivere e quando le visite sono ridotte al minimo. Mi sono chiesta: ma quello che scrivo interesserà a qualcuno? Francamente non penso che la mia vita possa essere così stupenda da poter interessare a qualcuno. A questo punto da molto molto tempo mi é venuto il dubbio del perché continuare ad avere un blog, quale senso abbia. Se uno ha un blog é perché ha qualcosa di interessante da comunicare agli altri: non deve essere per forza qualcosa di intelligente, ma semplicemente qualcosa che possa suscitare l'interesse di altri. Questo non é un food blog, non é un blog di moda o di hobby, io parlo semplicemente della mia vita, di quello che mi accade tutti i giorni e dei miei pensieri. Dubito che possa davvero interessare a qualcuno... 
Mi spiace cancellare questo blog, non lo farò sicuramente mai: qui ritrovo le tappe importanti della mia vita, dall'erasmus alla ricerca del primo lavoro, al lavoro a Torino e poi alla scelta di lasciare tutto per la Svizzera. Questo blog é un diario e rileggere alcuni post mi fa ritornare indietro nella mia vita. Un diario appunto. L'idea che mi frulla in testa da qualche tempo é quello di trasformare il blog in un diario privato, un diario che possa essere letto da me soltanto e qualche interessato che desidererà l'accesso. 
In questi sei anni tanti sono passati di qui, la maggior parte ci é rimasta alcuni mesi o un annetto e poi é scomparsa da un giorno all'altro, così come sono scomparsi i loro blog. Ho virtualmente conosciuto gente interessante, con esperienze e idee diverse, con cui é stato bello interagire, scambiare idee. Il blog in sei anni mi ha dato molto ed é sicuramente un'esperienza che mi ha arricchito perché mi ha permesso di conoscere altri blogger e altri pezzettini di vite.

E con questi pensieri e domande, auguro a tutti voi un 2013 migliore del 2012 che sta per concludersi. Ritornerò qui il prossimo anno. Buon anno!

lunedì 24 dicembre 2012

La messa di mezzanotte

Da sempre in famiglia si festeggia il Natale con il pranzo del 25 dicembre. A casa nostra non si festeggia con la cena del 24 dicembre. C'é una tradizione però alla vigilia di Natale, alla quale non si può mancare mai: la messa di mezzanotte. Quando ero bambina non volevo mai andare alla messa di mezzanotte, primo perché avevo sempre sonnissimo e secondo perché la messa di mezzanotte era la più lunga dell'anno, un'ora bella e buona, mentre durante l'anno perfino la messa della domenica delle 11 durava di meno. E poi io non vedevo l'ora che passasse Babbo Natale, ma la sfiga vuole che Babbo Natale passasse a casa mia proprio durante la messa di mezzanotte, anzi se non ci andavo (per cause di forza maggiore, tipo che ero malata) Babbo Natale non passava proprio, arrivava solo se dormivo e i regali si scartavano il giorno dopo. Babbo Natale é sempre stato un tipo parecchio timido, mai una volta che si facesse vedere ed anzi, sembra che anche lui fosse dalla parte dei miei genitori, e mi obbligasse ad andare a questa messa. Che poi a Babbo Natale perché doveva fregare così tanto se io andavo a messa oppure no?? Mannaggia a Babbo Natale. Io però, che tenevo particolarmente ai suoi regali, cercavo sempre di fare la buona, lasciavo perfino da bere per le renne e tutti gli anni andavo a messa  a mezzanotte.
Alla messa di mezzanotte, c'erano veramente tutti quelli del quartiere e i compagni di scuola. Da alcuni Babbo Natale passava prima (anche questa é una cosa che non ho mai capito e perdonato a Babbo Natale) per cui alla messa sfoggiavano già i loro regali: un cappotto nuovo, un cappello, una Barbie, un trattore (sì, nel mio paesello di campagna i bambini ricevevano anche i modellini di trattori come regali e ne facevano pure collezione). Io guardavo tutti questi regali con invidia aspettando il momento di scartare i miei. Una volta che la messa incominciava, capitava spessissimo che, complice il calore, le luci soffuse e la voce cantilenante del prete, mi addormentassi sul banco della chiesa. Mia madre mi risvegliava alla fine della messa ed io mi ricordavo dei regali che mi aspettavano a casa e riacquistavo subito la mia energia! Ancora un ostacolo si intrometteva tra me e i regali: la cioccolata calda e il vin brulé offerti sul piazzale delle chiesa. Io ovviamente non vedevo l'ora di andarmene a casa ma i miei genitori volevano stare lì al freddo per fare gli auguri di Natale ai vicini. A me non fregava nulla della cioccolata calda, in più faceva un freddo cane, insomma io volevo scartare i regali di Babbo Nataleeeeeeeeeeeeeee!!!! Oggi questo momento é il momento che più apprezzo dopo la messa, il banchetto degli alpini é sempre lì sul piazzale della chiesa ma non bevo più la cioccolata calda, bensì il vin brulé che adoro. E davanti ad una tazza bollente di vin brulé é bello scambiarsi gli auguri di Natale in mezzo alla neve ed al freddo. E ti capita anche di rivedere il tuo vecchio compagno di scuola, che non rivedi da anni e che magari ti stava anche un po' sul culo, ma gli auguri li fai anche a lui perché a Natale si é tutti più buoni (ed anche ipocriti, ma questa é un'altra storia).

Con questo post vi faccio i miei auguri di Buon Natale: vi auguro di trascorrerlo con le persone che vi stanno più a cuore, senza forzature, ma perché le volete bene e vi fa veramente piacere trascorrere del tempo con loro.


domenica 16 dicembre 2012

Tu, italiano che cerchi lavoro all'estero...

La crisi attanaglia l'Europa ed ora più che mai l'Italia, dopo che i politici italiani hanno avuto la bella idea di interrompere il cammino intrapreso da Monti, lasciando l'Italia in balia di Mister B. & company e screditando ancora di più l'immagine dell'Italia all'estero. Ovviamente anche in Svizzera non si é parlato d'altro per giorni e molti scommettono sulla vittoria di Mister B. alle prossime elezioni grazie ancora una volta alla sua politica basata sul populismo. Si sa l'Italia é piena di gente che non ne può più di Imu, Equitalia, Europa e Merkel; e Berlusconi farà una campagna tutta giocata contro l'Imu, Equitalia, Europa e Merkel. Pochi qui credono ad una ripresa dell'Italia, dal momento che ora che Monti non c'é più non vedono neanche più la volontà di uscire dalla crisi. E credo che il pensiero della Svizzera sia largamente condiviso da altri paesi europei: lunedì ero in Spagna e i giornali si chiedevano apertamente se ora in Italia non si fosse raggiunto un livello della crisi pari a quello che c'é in Spagna. 

Con l'aumento della crisi in Europa, sono aumentati i curriculum vitae comunitari ricevuti dalla mia azienda. Recentemente c'é stata un'impennata di CV ricevuti dall'Italia. Alcuni di questi mi sono stati gentilmente trasmessi dalla segretaria. Ora, devo dire che delle robe del genere non me le sarei mai manco immaginata, a quanto pare la gente non sa ancora scrivere uno straccio di CV oppure pensa che qui in Svizzera ci sia una tale abbondanza di lavoro, per cui basti inviare un CV (senza neppure rileggerlo prima) per avere il lavoro. Beh, purtroppo non é così. 
Tu, italiano che vuoi fuggire dall'Italia, leggi bene queste regole di base prima di premere invio su quell'email con il tuo CV allegato:
1. Se vuoi cercare lavoro all'estero, almeno l'inglese lo devi conoscere bene. Quindi si spera che tu sappia scrivere un CV in buon inglese e che alla sezione "lingue" non ti limiti a scrivere "conoscenza inglese - base". (Se poi oltre all'inglese, conosci anche il francese o il tedesco, qui in Svizzera é sicuramente un vantaggio.) Comunque l'italiano, seppure sia bellissimo, non basta.
2. Se hai una laurea in fotografia ed arte, non inviare il tuo CV ad uno studio d'ingegneria: la tua laurea potrebbe non essere così apprezzata come tu credi.
3. Il fatto che tu sappia ballare danza classica, certo é una bella cosa, ma poco utile per uno studio di consulenza ambientale: prima dovresti mettere in risalto tutte le tue qualità in linea con il lavoro in questione.
4. Prima di inviare un CV ad un'azienda, in genere, é buona norma avere un'idea dell'attività dell'azienda in questione. Sembra una banalità, ma credetemi spesso non é affatto così. Una persona che manda il CV ad un'azienda che si occupa di consulenze ambientali scrivendo nella sua lettera di presentazione che adora fare analisi finanziarie, vuol dire che non ha capito proprio un tubo.

Lo so che non é facile trovare un lavoro, ci sono passata anche io e me lo ricordo bene, però tu, italiano che vuoi sfuggire dall'Italia, non darti da solo la zappa sui piedi eliminando del tutto quelle poche probabilità che hai di trovare un lavoro all'estero. Certo, così facendo fai fare due belle risate a chi oltralpe il tuo CV lo riceve, ma pensa anche a chi, italiano, vive e lavora da anni oltralpe e continua nella sua sempre più dura missione di difendere i suoi connazionali....
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